I bisogni educativi speciali in una terza classe della scuola primaria
Secondo lavoro di gruppo del Master di II livello in Valorizzazione delle Diverse
Abilità e Educazione Inclusiva IV ed. a. a. 2022-2023
Lo spettro dell’Autismo e la didattica inclusiva a scuola.
3 giugno 2023
Alessio Tomaselli
I bisogni educativi speciali in una terza classe della scuola primaria
Cap. 1) lo spettro dell’autismo, definizioni e dati statistici
Cap. 2) La didattica inclusiva nell’autismo
Cap. 3) Comunicazione aumentativa alternativa, agenda visiva
Cap. 4) Metodologie per non verbali (la tecnica A.B.A.)
Cap. 5) Software Baldi
Cap. 6) Inclusione in terza classe, un caso a scuola: la partecipazione di una bambina con
spettro dell’autismo non verbale e a basso funzionamento a un lavoro di gruppo sui
dinosauri.
Cap. 7) Bibliografia
Cap. 1)
Lo spettro dell’autismo
Lo spettro dell’autismo è condizione che si sviluppa da diversità a livello biologico, tuttavia
ad oggi non ci sono strumenti diagnostici che permettano una diagnosi con un prelievo di
sangue o con esami specifici.
La diagnosi di autismo si stabilisce in base a presenza, nel comportamento del soggetto, di
differenze nell’ambito della comunicazione sociale e nei comportamenti.
Le differenze, secondo il “Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali” DSM-5
dell’American Psychiatric Association (2013) possono manifestarsi in molteplici modalità:
a) Persistenti deficit della comunicazione e dell'interazione sociale in differenti contesti,
non tutti riconducibili a un ritardo dello sviluppo. I deficit nella reciprocità
socio-emozionale, dagli approcci sociali atipici a difficoltà nell’instaurare normali
conversazioni tra più soggetti, riduzione delle emozioni, interessi, affetti, per arrivare
alla mancanza di interazione sociale.
b) Deficit nella comunicazione non verbale, quei comportamenti comunicativi non
verbali importanti per l’interazione sociale; scarsa integrazione degli aspetti verbali,
non verbali, nel contatto oculare e nel linguaggio corporeo, deficit nella
comprensione.
c) Deficit nel mantenimento e lo sviluppo delle relazioni sociali, ovvero difficoltà a
mantenere i propri comportamenti nei diversi contesti sociali, alla difficoltà di
sviluppare amicizie, “all’apparente” mancanza di interesse verso gli altri.
d) Interessi, comportamenti, e attività ristretti e ripetitivi. Uso ripetitivo nell’eloquio,
movimenti stereotipati, ripetitivi, frasi idiosincratiche. Inoltre comportamenti rituali,
ripetitivi, resistenza al cambiamento con disagio e reazione sproporzionata al
cambiamento effettivo.
e) Interessi ristretti e fissi, ripetitivi; iper o ipo-sensibilità a input sensoriali, interessi
verso gli oggetti luminosi e che ruotano.
I sintomi solitamente sono presenti sin dall’infanzia, con la possibilità della manifestazione in
modo definito solo quando le situazioni eccedono le capacità del soggetto.
Tutti questi sintomi, nel loro insieme, compromettono e limitano la vita quotidiana.
Ci possono essere anche altri aspetti nella galassia dello spettro dell’autismo, sia punti di
forza che punti deboli1. Infine va ricordato che circa la metà dei bambini con autismo
1 “Per esempio, molti bambini con autismo hanno difficoltà nella regolazione emotiva, nelle abilità motorie e
nelle capacità cognitive, ma hanno punti di forza nelle aree visuo-spaziali, nella memoria, e in alcuni casi, si
osservano talenti eccezionali in aree come il disegno o la musica.” Si veda “AUTISMO E DIDATTICA”, a cura
di Lucio Cottini e Giacomo Vivanti Giunti-edu 2022 pag 15.
presenta disabilità intellettiva, anche se in molti casi il test di riferimento è tarato sulla
popolazione “neuro-tipica”2.
Negli ultimi anni i casi di bambini e bambine con lo spettro dell’autismo è più elevata; i dati
più recenti parlano di un caso ogni 59 bambini (Baio et al, 2018), con gli stessi numeri per le
diverse classi sociali, gruppi etnici e contesti geografici. Il rapporto tra bambini e bambine è 4
a 1 ( anche se nelle bambine c’è la possibilità che si manifesti con sintomi più lievi e quindi
più difficilmente tracciabile o scambiato con altre condizioni). Le cause sono molteplici, ma
una parte predominante è da attribuire ad anomalie genetiche. Queste insieme ad altri fattori
di rischio (nascita pretermine, basso peso alla nascita, età avanzata dei genitori, oltre quaranta
anni per la madre e oltre 50 per il padre, diabete gestazionale, ipossia neonatale, obesità
materna, e l’assunzione del valproato durante la gravidanza) contribuiscono allo sviluppo
dell’autismo.
Quindi lo spettro dell’autismo è una condizione di natura biologica, non una sindrome
causata dai comportamenti errati da parte dei genitori, come si riteneva fino a pochi anni
indietro.
Dall’ultima revisione del DSM-5 si parla di spettro dell’autismo perché la diagnosi non è più
monolitica, e oggi è considerato come insieme di manifestazioni dai confini sfumati che si
posizionano su più livelli di gravità. Inoltre oggi lo spettro dell’autismo è considerato come
manifestazione di neurodiversità, ovvero “autismo come espressione non patologica di
variazione umana che deve essere rispettata e accettata, piuttosto che curata”3
Cap. 2)
La didattica inclusiva nell’autismo
Come influisce lo spettro dell’autismo sull’apprendimento del soggetto? L’autismo in se non
è un disturbo dell’apprendimento, è un modo diverso di apprendere rispetto ai coetanei a
sviluppo tipico4.
Le anomalie che originano la “neuro-diversità” dello spettro dell’autismo ostacolano sia
l’apprendimento formale dei programmi scolastici sia le interazioni con i compagni di classe,
quei passaggi che permettono ai bambini di imparare le nozioni fondamentali di vita (es: la
condivisione, la cooperazione, il capire di chi sia giusto fidarsi o no).
4 Autism and the mirror neuron system: Insights from learning and teachingVivanti & Rogers, 2014
3 Change in maternal criticism and behavior problems in adolescents and adults with autism across a 7-year
period J Abnorm Psychol. 2011 May;120(2):465-75. doi: 10.1037/a0021900.
2 L’autismo spesso ha un profilo cognitivo disarmonico che offre picchi di abilità in aree legate visuo-spaziali e
deficit in altre (si veda il ragionamento sociale). E’ utile ricordare che i bambini con lo spettro dell’autismo
ottengono spesso elevati punteggi nei test di intelligenza, tuttavia denotano frequentemente difficoltà
nell’utilizzo pratico delle loro capacità. Si veda Psychological Factors in Autism. In: Volkmar,. F. (ed) Autism
and Pervasive Developmental Disorders. Vivanti, G., Yerys, B., Salomone, E. (2019).
Porto ad esempio un bambino autistico che tende ad isolarsi dagli altri (esempio forse fin
troppo stereotipizzante) e invece di giocare a palla si isola o in un angolo del campetto o
magari gioca con l’acqua della fontana…. perchè non si unisce al gioco dei compagni, anche
se invitato? Perché non comprende il gioco e non è abbastanza motivante? Perchè per le
problematiche legate alle difficoltà di apprendimento del linguaggio verbale e non verbale le
parole dei bambini sono di difficile interpretazione? Per i problemi cognitivi che impediscono
la comprensione delle regole del gioco? Per le anomalie percettive che frammentano in mille
dettagli la scena che si presenta? Per la tendenza alla ripetitività che fa sembrare più
interessante l’acqua che scorre dalla fontana rispetto al gioco che può essere imprevedibile?
Per le anomalie sensoriali che rendono il rumore dei bambini insopportabile? Perchè bagnarsi
con l’acqua può stimolare il piacere sensoriale? Per l’ansia? Perché la notte ha disturbi del
sonno e quindi ha poca energia per partecipare al gioco?
Cosa posso dedurre da questa serie di quesiti? Non è possibile ridurre il comportamento di un
bambino con lo spettro dell’autismo a una singola spiegazione, piuttosto considerare la
combinazione di molteplici fattori che possono interagire secondo combinazioni diverse da
bambino a bambino.
Conoscere dunque l’autismo , e il bambino in particolare, sono i cardini per riuscire con
successo in ambito educativo. Con l’ausilio delle evidenze scientifiche, dunque considerare
oggettivamente le informazioni in nostro possesso, non fare valutazioni soggettive; studiare
cosa può funzionare e cosa non funziona per agire con efficacia con questi soggetti. “Adottare
un approccio evidence-based significa per l’appunto basare il lavoro educativo sulle
conoscenze scientifiche, distinguendo i fatti e le opinioni, ed esaminando criticamente la
validità di tecniche e strategie prima di metterle in atto”.5
L’approccio evidence-based offre vantaggi sia per chi lo attua, per il soggetto interessato, per
le famiglie e per tutti gli operatori che insistono sul bambino (educatori tecnici assistenti
sociali). In questo modo l’insegnante non deve improvvisare ma trae vantaggio da decenni di
esperienze in tutte le parti del mondo ( il tutto sotto il controllo critico del metodo scientifico)
e sa cosa fare e cosa non deve fare; lo spettro dell’autismo è una materia troppo complessa
per lasciare all’istinto o all’improvvisazione, che può arrivare al fallimento dell’esperienza
con frustrazione sia per l’operatore che soprattutto per il bambino. “E’ utile utilizzare
strumenti di comunicazione aumentativa, come le carte immagine, quando un bambino con
autismo non parla?”6. Si potrebbe ipotizzare un ulteriore ritardo nello sviluppo del linguaggio
poiché se abbiamo a disposizione carte-immagine per la comunicazione, il bambino potrebbe
diventare ancora più pigro e perdere la motivazione per imparare a parlare. Tuttavia i dati
evidenziano il contrario, perchè se offriamo strumenti comunicativi non verbali, il soggetto è
stimolato alla comunicazione, e in questo modo migliora anche la comunicazione verbale.
Quali sono dunque gli interventi più efficaci per aiutare i soggetti con lo spettro dell’autismo
in ambito educativo ?
Ogni approccio che ha possibilità di efficacia prevede il coinvolgimento della famiglia, l’
individualizzazione del programma con una valutazione complessiva del bambino; verifiche
6 Si veda “AUTISMO E DIDATTICA”, a cura di Lucio Cottini e Giacomo Vivanti Giunti-edu 2022 pag 27.
5 Si veda “AUTISMO E DIDATTICA”, a cura di Lucio Cottini e Giacomo Vivanti Giunti-edu 2022 pag 27.
periodiche per aggiornare/aggiustare il programma, il monitoraggio sul come le strategie e i
principi sono messi in atto dall’insegnante. Ovviamente, più la fedeltà di implementazione è
maggiore, maggiori saranno i risultati sul progresso del soggetto. Dunque come insegnare, e
cosa insegnare? Gli obiettivi devono essere misurati sugli interessi, sui bisogni, sulle
debolezze e i punti di forza. Infine lavorare sugli obiettivi di intervento e sui contenuti, sulla
socializzazione, la flessibilità e sul comportamento adattivo. Tra le strategie di insegnamento
che si rendano efficaci sul bambino vanno ricondotte all’approccio “Naturalistico Evolutivo
Comportamentale”7, in modo che si fondino le tre componenti.
Per quello che riguarda la componente naturalistica, le esperienze di apprendimento che sono
offerte al bambino non devono essere artificiose; dopo un’attività, per esempio, di
insegnamento sulle forme e sui colori, si riporranno i materiali e i colori in contenitori
diversi, per permettere l’esperienza più simile a cosa accade nella quotidianità, rafforzato da
istruzioni verbali associate all’attività, ad esempio “finito metti via!”.
Per la componente evolutiva, ovvero le abilità di base che contribuiscono a raggiungere le
forme più complesse dello sviluppo tipico nei primi anni di vita, attenzione condivisa,
comunicazione verbale e non verbale, imitazione, motivazione sociale, gli affetti, sono i
prerequisiti motivazionali e cognitivi su cui si basa l’apprendimento di abilità più complesse;
quei prerequisiti su cui si fondano i programmi scolastici.
La componente comportamentale usa “l’analisi applicata del comportamento”8, una disciplina
che si applica al comportamento delle persone e come è condizionato, condizionabile dagli
eventi che sono accaduti prima, e quelli dopo, e la condotta stessa. Questo approccio è la
tecnica ABA-VB. Studiando la successione del prima, del comportamento e del seguito, la
tecnica ABA-VB è utile per comprendere come il soggetto si comporta in un certo modo:
questa conoscenza può essere utile per ostacolare i comportamenti indesiderati. Faccio un
esempio per spiegare il concetto. Un bambino con spettro dell’autismo all’ora di motoria si
rifiuta di entrare in palestra, come segno di rifiuto ad entrare comincia a colpire il muro con la
testa, per evitare ferimenti o altre situazioni che innescano una crisi, viene portato indietro in
aula. “L’analisi di questa sequenza di antecedenti, comportamenti e conseguenze ci può
aiutare a capire che la funzione del comportamento del bambino, probabilmente, è quella di
evitare la palestra, e che questo comportamento è inconsapevolmente incoraggiato
dall’insegnante”9. La breve descrizione di questo avvenimento si deduce che l'insegnante che
ha portato indietro il bambino in classe lo ha di fatto premiato. Infatti il ritornare in aula ha
fatto capire al bambino che per non andare in palestra dovrà sbattere la testa nel muro.
Cap. 3)
Comunicazione aumentativa alternativa, agenda visiva
La comunicazione Aumentativa e Alternativa si riferisce all’uso di procedure e strutture per
cercare di sopperire a deficit comunicativi importanti che limitano l'interazione e la
9 Si veda “AUTISMO E DIDATTICA”, a cura di Lucio Cottini e Giacomo Vivanti Giunti-edu 2022 pag
33.
8 Si veda Il manuale ABA-VB Applied Behavior Analysis and Verbal Behavior Carlo Ricci, Alberta
Romeo, Delia Bellifemine, Giorgia Carradori e Chiara Magaudda, Erickson 2021, pag 11.
7 Si veda Bruinsma et al., 2020; Schreibam et al., 2015; Vivanti, Bottema-Beutel & Turner-Brown,
2020.
partecipazione alla società. Ogni strumento, tecnologia, immagine, simbolo o gesto che sia in
grado di compensare le limitazioni di comunicazione espressiva e recettiva e che aumenti la
comunicazione in persone che hanno difficoltà ad usare i più comuni canali di trasmissione,
soprattutto il linguaggio orale e la scrittura. Parlare di aumentativa e alternativa, ovvero
enfatizzare il tentativo di aumentare la comunicazione naturale rafforzando tutte le
competenze della persona, e sostituire la parola se non è a medio termine una possibilità. In
ambito CAA ogni forma di comunicazione che aiuti l’individuo e offra vie alternative è
accettata. La CAA non deve essere intesa come sostitutiva del linguaggio verbale, bensì
come sostegno per costruire relazioni, per il pensiero, per la comprensione. L’obiettivo della
comunicazione alternativa aumentativa è permettere a ogni individuo di effettuare delle
scelte, decidere positivamente o negativamente su una situazione. Tra gli strumenti con
maggiore visibilità della CAA vi sono le tabelle di comunicazione, con le quali il soggetto
indica, utilizzando le forme che il deficit rende fattibili, i simboli e i disegni contenuti nelle
stesse tabelle.
L’agenda visiva rientra negli strumenti visivi personalizzati per sviluppare la comunicazione
in entrata. Questi strumenti aiutano ad ampliare la trasmissione del messaggio e a
migliorare l’adattamento verso l’ambiente circostante. Attraverso l’agenda visiva, il bambino
riesce a visualizzare calendarizzare e le attività a scuola e della giornata. Per facilitare il
bambino occorre utilizzare simboli il più possibile riconoscibili ( visivi, tattili, sonori,
olfattivi…..).
Cap. 4)
Metodologie per non verbali (la tecnica A.B.A.)
I fondamenti dell ABA-VB si sviluppano da tre fronti di studi e approfondimenti : analisi
sperimentale del comportamento, scienza del comportamento e all intercomportamentismo. I
padri di questo manifesto culturale sono Sidney Bijou, Burrhus Frederick Skinner e Jacob
Robert Kantor10. Se al primo si deve l’interesse verso la disabilità e la promozione dei primi
studi nel campo applicativo, al secondo le ricerche sull’apprendimento operante (il verbal
bhavior); infine, all’ultimo, il Kantor, una visione olistica nel movimento comportamentista.
In Italia la tecnica ABA-VB è riconosciuta dall’I.S.S. e si fonda sul principio di disabilità
attraverso la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute
dell’O.M.S. (I.C.F 2002).
Come si applica la metodologia ABA-VB? Gli operatori si trovano di fronte l’ambiente
fisico, l’ambiente normativo, l’ambiente interpersonale. Nelle scienze comportamentali e
psicologiche questo insieme di fattori è comunemente chiamato setting. L’ambiente fisico è
l’organizzazione dello spazio, la disposizione degli arredi e dei materiali; l’ambiente
normativo sono le regole di comportamento, infine l’ambiente interpersonale il rapporto tra
gli individui e come si svolge. I setting che utilizzano il metodo ABA-VT sono lo strutturato,
il il -natural Environment Training (NET) e incidentale. L’approccio ABA-VB usa tutte le
10 Alla fine degli anni sessanta viene pubblicato un saggio di Tharp e Wetzel “Behavior modification in the
natural environment”, uno studio sull’analisi comportamentale che dà le basi della tecnica che conosciamo oggi.
Si veda Il manuale ABA-VB Applied Behavior Analysis and Verbal Behavior Carlo Ricci, Alberta
Romeo, Delia Bellifemine, Giorgia Carradori e Chiara Magaudda, Erickson 2021, pag 17.
metodologie che possano essere utili a insegnare le abilità inclusive, soprattutto la
competenza linguistica. Per i tecnici ABA il linguaggio è da rinforzare e rimodellare; è
importante rivolgere l’attenzione al bambino sul cosa dice, ma soprattutto il perché lo sta
utilizzando quel linguaggio. Negli ultimi 15 anni si è sviluppato l’ABLLS11, uno strumento di
valutazione delle competenze, che consiste nel produrre delle caselle da compilare da parte di
un adulto vicino al bambino.
Porto adesso un esempio della tecnica ABA; Nell'ABA la condotta è studiata sugli stimoli
ambientali antecedenti, alle azioni della persona in reazione agli stimoli: ovvero le
conseguenze. La tecnica si basa sull’osservazione e la registrazione della condotta che
fornisce il punto di inizio per la progettazione ed attuazione degli atti per il cambiamento di
modi non adeguati e l’apprendimento di nuove abilità che possano rimuovere gli ostacoli allo
sviluppo. Si modificano le condizioni ambientali perché il bambino possa ottenere le migliori
possibilità di sviluppo e apprendimento. L’approccio dell’ABA-VB solitamente consente la
riduzione dei capricci e i “comportamenti problema”, perché valuta cosa piace al bambino e
utilizza gli oggetti come rinforzo per dare motivazione al soggetto e compie il lavoro per
iniziare a imparare. Utilizzando i giusti rinforzi, l’insegnante può avviare l’insegnamento.
L’approccio è centrato sul bambino e sono necessari tutti i rinforzi (oggetti desiderati dal
bambino) e che questi siano dati senza chiedere nulla in cambio, consentendo al soggetto di
associare l’insegnante a colui che offre cose buone senza nulla chiedere in cambio (es: fare
compiti noiosi). Quindi associare il tavolo, l’area di lavoro, l’insegnante e il materiale di
rinforzo, è l’inizio del programma VB. “Nell’approccio Verbal Behavior il bambino inizierà
ricevendo cose, ed in seguito presto chiederà per ottenere quelle cose (verbalmente o
utilizzando il linguaggio dei segni). Con una programmazione sistematica, inizierà a chiedere
oggetti che non sono presenti sul tavolo e comunque che non sono in vista, o vocalmente,
utilizzando il linguaggio dei segni o, meno frequentemente, con delle immagini”12. Accertato
che il bambino reagisce ai rinforzi e riesce a chiedere per un numero importante di oggetti o
attività, si procede con l’inserimento graduale del lavoro. E’ utile ricordare che il bambino
con lo spettro dell’autismo utilizza il comportamento come fosse un linguaggio…. se non
riusciamo a comprendere i comportamenti, i bambini useranno i nostri.
Se un bambino da i pizzicotti è necessario comprenderne la motivazione: perché un bambino
dai pizzicotti? per esempio perché desidera qualcosa che non può ottenere...e non ha le parole
per chiedere…. altre volte perchè non vuole fare una determinata attività….esempio togliersi
le scarpe. In tutti e due i casi il comportamento è il dare i pizzicotti, cosa vuole e cosa non
vuole fare. Tuttavia la reazione dovrà essere differente; se applichiamo la stessa strategia il
bambino otterrà che con i pizzicotti può avere un allentamento della presa per alcuni
minuti… e può essere quello che voleva, ritardare o fuggire da una situazione sgradita. Anche
se poi otteniamo quello che volevamo ( il compito assegnato ecc) il dare i pizzicotti è visto
come un rinforzo per ritardare l’azione. E’ importante ricordare che se rinforziamo un
comportamento, questo crescerà, se neghiamo o penalizziamo il rinforzo dopo un
12 Si veda Assessment of basicL anguage and Learning Skills”. Si veda Verbal Behavior Approach di Mary
Lynch Barbera Gocce nell’Oceano onlus Civiltà creativa 2007, pag. 26-27.
11 “Assessment of basic Language and Learning Skills”. Si veda Verbal Behavior Approach di Mary Lynch
Barbera Gocce nell’Oceano onlus Civiltà creativa 2007.
comportamento problema, questo diminuirà. Voglio concludere sull’ABA-VB parlando di
inclusione scolastica. La tecnica ABA-VB, che cerca la “normalizzazione” della vita della
persona verso la quale si interviene; è quindi ovvio che i bambini debbano stare tutti nelle
stesse classi (non in scuole speciali) perché la scuola è il maggior centro di aggregazione fino
alla maggiore età. Il fine è cercare tutte le condizioni per il bambino affinché abbia il meglio
a disposizione per le sue richieste.
Cap. 5)
Il software Baldi
Il software Baldi è stato sviluppato per i bambini con lo spettro dell'autismo. Lo studio13
dimostra che i bambini sono in grado di recepire un nuovo linguaggio all'interno del
programma automatizzato incentrato su un'animazione al computer, sulla multimedialità e
sulla partecipazione attiva ( si può trasferire e usare il linguaggio in un luogo naturale non
preparato). Hanno usato una struttura teorica che ha consentito l’elaborazione multicanale di
un tutor animato, Baldi, che permette di insegnare i vocaboli e la grammatica ai bambini con
autismo. Il tutor Baldi è un Wizard/player, che consente di produrre e presentare in modo
semplice una lezione di lingua e grammatica.
La limitata abilità di parlare e comprendere il linguaggio parlato è l’aspetto più visibile e che
porta alla diagnosi di autismo (American Psychiatric Association, 1994). Non dilungandosi
sulle caratteristiche e sulle necessità di un bambino con lo spettro dell'autismo, rammento la
necessità di rafforzare e incrementare il vocabolario; è elemento essenziale, ed è ovvio che si
debba iniziare quanto prima a risolvere il “gap” per quelle persone con difficoltà. L’istruzione
attraverso un terminale permette di utilizzare facce che parlano dal monitor del pc piuttosto
che delle semplici voci durante le lezioni. Le ragioni per le quali le informazioni visive ed
uditive di una faccia parlante hanno successo dove sono dunque? I dati ricordano che i
bambini hanno imparato più vocaboli al computer (74%) rispetto alle lezioni dell'insegnante
(41%), e sono stati più appropriati nelle risposte rispetto al bambini di scuole con programmi
diurni per autistici. Lo studio esamina come i bambini siano stati in grado di imparare nuovi
vocaboli e si articola su quanto il software contribuisce all’acquisizione e alla conservazione
del vocabolario e della grammatica, la risposta di ogni studente al programma. I dati sono
stati raccolti e calcolati in tre momenti distinti della nostra indagine: la valutazione iniziale,
le sessioni di formazione e la rivalutazione finale. Calcolando il numero medio delle parole
già note (considerando anche quelle che il bambino aveva acquisito a casa, dal logopedista
ecc.) e quelle conservate dopo 30 giorni, i risultati mostrano un significativo apprendimento
dei vocaboli con il 91% di mantenimento a tale data e l’85% degli elementi appresi. Lo studio
si chiede se poi i bambini riuscissero a trasferire quanto di nuovo appreso dall’applicazione
13Journal of Autism and Developmental Disorders, Vol. 33, No. 6, December 2003 (© 2003) Development and
Evaluation of a Computer-Animated
Tutor for Vocabulary and Language Learning
in Children with Autism Alexis Bosseler1,2 and Dominic W. Massaro1
informatica alla quotidianità, e la risposta è negativa; anche se riescono a riconoscere migliaia
di nuove parole, poi non le trasferiscono nel parlato spontaneo (Lovaas et al., 1973).
Cap. 6)
Inclusione in terza classe, un caso a scuola: la partecipazione di una bambina con spettro
dell’autismo non verbale e a basso funzionamento a un lavoro di gruppo sui dinosauri.
Nel mese di aprile 2023 la maestra di storia della terza classe ha proposto ai bambini un
lavoro di gruppo con la carta a tema preistoria e le glaciazioni. Gli animali più caratteristici
del periodo sono i dinosauri. In collaborazione con la maestra di arte e le maestre del
sostegno, si è predisposto un cartoncino sul quale è stato disegnato un dinosauro, un
pterosauro e il paesaggio di sfondo ( fiumi, montagne e vulcani). Si è provveduto a incollare
carta appositamente preparata in precedenza per costruire il lavoro di classe. Nel lavoro, in
una visione di inclusione e di valorizzazione, si è fatto partecipare “Roberta”, un nome di
fantasia, una bambina con spettro dell’autismo a basso funzionamento, con un ritardo grave e
non verbale.
La bambina ha partecipato al progetto raggiungendo il suo obiettivo ( incollare i pezzetti di
carta in modo uniforme e con il giusto colore) con entusiasmo.
Tutto il gruppo ha lavorato con attenzione per la conclusione del progetto.
Il progetto appeso in aula.
Cap. 7)
Bibliografia
“AUTISMO E DIDATTICA”, a cura di Lucio Cottini e Giacomo Vivanti Giunti-edu 2022
Psychological Factors in Autism. In: Volkmar,. F. (ed) Autism and Pervasive Developmental
Disorders. Vivanti, G., Yerys, B., Salomone, E. (2019).
Change in maternal criticism and behavior problems in adolescents and adults with autism
across a 7-year period J Abnorm Psychol. 2011
Autism and the mirror neuron system: Insights from learning and teachingVivanti & Rogers,
2014
Bruinsma et al., 2020; Schreibam et al., 2015; Vivanti, Bottema-Beutel & Turner-Brown,
2020
Il manuale ABA-VB Applied Behavior Analysis and Verbal Behavior Carlo Ricci, Alberta
Romeo, Delia Bellifemine, Giorgia Carradori e Chiara Magaudda, Erickson 2021
“Assessment of basic Language and Learning Skills”. Si veda Verbal Behavior Approach di
Mary Lynch Barbera Gocce nell’Oceano onlus Civiltà creativa 2007
Journal of Autism and Developmental Disorders, Vol. 33, No. 6, December 2003 (© 2003) Development and
Evaluation of a Computer-Animated
Tutor for Vocabulary and Language Learning
in Children with Autism Alexis Bosseler1,2 and Dominic W. Massaro1
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